Piccole foreste tropicali in città

Domenica sono stata all’Orticola.

Il cielo di Milano era blu e la temperatura tropicale (prima o poi parleremo anche del blu in natura perché ce n’è poco ma quel poco è bello in modo ipnotizzante).

Per estraniarmi dalla calca, dopo un fugace giro tra Lavande profumate, Rose e Peonie dai colori sgargianti, mi sono piazzata davanti ad un’oasi di bacili in latta da cui spuntavano piante acquatiche di ogni foggia, stravaganti sculture in ferro e una rana dall’occhio beffardo intenta a fingere di meditare. E’ stato amore a prima vista! dopo cinque minuti era già mia e adesso campeggia sotto una finestra da cui fissa con aria di sfida il ranocchio gigante vicino alla doccia.

Dato che la casa con cortile lussureggiante è ancora un sogno, mi è tornata per l’ennesima volta un’incredibile voglia di piccoli giardini d’acqua, contenitori magici in cui le piante convivono amabilmente, desiderando solo acqua, un po’ di luce, ossigeno e qualche goccia di pozione energizzante.

Questa volta è deciso : faccio un esperimento di convivenza con le piante idrofite. Per primi scelgo il Loto con la sua foglia spettacolare e la Lemna Minor, che crea un meraviglioso tappeto verde.

Se riusciamo ad andare d’accordo, l’anno prossimo adotterò anche un Iris blu e una pianta di Equiseto poi, a seguire, una Colocasia e un’Alocasia : se non posso andare in una foresta tropicale sarà lei pian piano a venire da me e dalla mia rana.

Voglio incantarmi e meditare davanti al mio laghetto.

Forse potrei procurarmi un tappeto colorato e qualche cuscino per invitare gli amici in contemplazione della natura e quando vado via qualche giorno per una vacanza, potrei colmare d’acqua fino all’orlo la mia piccola foresta e metterla nel retro della casa dove Giovanni tiene le sue Palme e le sue Cicadi che immancabilmente mi salutano ondeggiando quando mi affaccio alla finestra per stendere i panni.

Perché solo lui può avere le sue piante? Tutti dovremmo averne vicino qualcuna con cui dialogare e meditare.

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