Ecco cosa vede la moglie del giardiniere

Nessuno vuol più dirsi giardiniere.

Eppure, vi dico, trattasi di soggetto a dir poco interessante. Spesso parco nelle parole, è al contempo capace delle più piacevoli sorprese. Contemplativo eppure mai alieno dall’azione, sa calibrare perfettamente pause e momenti di riflessione. Gradisce la conversazione ma ancor più il silenzio ed è un prezioso tramite per l’educazione al bello. Tra mille piante apparentemente uguali riesce a scovare quella perfetta al suo scopo e mentre la mette a dimora, ne gira impercettibilmente zolla e chioma per integrarla al meglio con le future compagne di vita. Il miscuglio di forme e colori che sa creare, la capacità di immaginare come cresceranno, fanno di lui una specie di sciamano che, in stato di trance controllata, parla alle sue piante con un linguaggio segreto.

Farlo raccontare è quasi impossibile perché preferisce che siano i suoi lavori a parlare per lui. Qualche volta arriva il mattino presto con strani attrezzi tintinnanti e si aggira a lungo tra le piante. Taglia, sposta, rigira, riempie, pulisce, poi comincia il cammino a ritroso verso il suo pulmino, un bazar ricolmo degli attrezzi più strani, e il giardino si rivela in tutta la sua bellezza: splende, è idratato, si pavoneggia in una rinnovata freschezza, profuma. è un organismo vivente che esce da una remise en forme.

È lì che il giardiniere sa ritirarsi in silenzio portando su di sé i segni della trasformazione che ha aiutato a compiersi in quel lembo di natura.

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